FARE E VEDERE

A SANT'ANTIOCO

E’ SANT'ANTIOCO LA CITTÀ PIÙ ANTICA D’ITALIA.  

Oramai è risaputo che la Sardegna è una delle terre d’Italia più antiche, la prima ad essere emersa dalle acque. Una recente clamorosa rivelazione ha però sconvolto molte certezze del passato della Sardegna ma anche dell’Italia. La città più antica d’Italia è proprio in Sardegna! Più antica di Roma e degli altri centri abitati sia nell’Isola che nella Penisola che vantano un antichissimo passato: è l’antica Sulky, cioè l’attuale Sant'Antioco.

Quando Sulky commerciava con l’Oriente e rappresentava un punto di approdo fondamentale al centro del Mediterraneo, la stessa Roma non era ancora stata edificata. Sulky rappresenta dunque la città più antica d’Italia e della Sardegna. 

La storia di questa bella cittadina adagiata su una splendida laguna è millenaria, con tanti popoli che si sono avvicendati su questa ampia isola dell’arcipelago sulcitano. Fenici, punici, romani, vandali, spagnoli. Sono tutti popoli che hanno dominato in passato a Sant'Antioco, lasciando tracce e testimonianze del loro passaggio.

NON SOLO MARE...Sant'Antioco offre una vacanza “nonsolomare” che può soddisfare interessi e curiosità anche culturali e naturalistiche.

MUSEO ARCHEOLOGICO

In un nuovo recentissimo allestimento, il Museo Archeologico Barreca di Sant'Antioco mostra un’ampia sezione di materiali rinvenuti durante le varie campagne di scavo tenutesi nell'isola e pertinenti ad un periodo che va dai primi insediamenti neolitici (III millennio a. C.) alle fasi tarde della romanizzazione. Nel 2009, grazie all'opera del Ministero dei Beni ed Attività Culturali e ai Carabinieri  del gruppo Tutela Patrimonio Culturale, è statocontestualizzato un prezioso bronzetto nuragico - l’“Arciere” -  rinvenuto presso il  Museo di Cleveland (Stati Uniti), e oggi in mostra permanente presso il Museo Archeologico F. Barreca.


TOPHET

La parola TOPHET e' un termine di origine biblica che indica le aree sacre di eta' fenicia e punica rinvenute in Sardegna, Sicilia e Tunisia, nelle quali sono state recuperate urne contenenti ossa bruciate di bambini e animali.

Il TOPHET di Sant'Antioco si presenta come un'area all'aperto, ubicata all'estrema periferia settentrionale dell'abitato, denominata "Sa Guardia de is Pingiadas" (la guardia delle pentole) a causa della gran quantita' di urne cinerarie, oltre 3000, rinvenute nel corso dei secoli e fino ad ora recuperate.

BASILICA DEL SANTO ANTIOCO E CATACOMBE

La Basilica di S. Antioco Martire, sorta sulla tomba del Santo, è uno dei monumenti religiosi più antichi dell’intera regione. Prima sede vescovile della Diocesi Sulcitana, è stata eretta intorno al V secolo d.C. e nei secoli successivi interessata da  ampliamenti che hanno radicalmente mutato l’originaria costruzione altomedievale.

Delle più antiche testimonianze della cristianità in Sardegna fanno certamente parte le Catacombe di S. Antioco, sviluppatesi a partire dal III sec. intorno alla Cripta del Santo, patrono dell’Isola, oggi visitabili con ingresso dall'interno della Basilica.

VILLAGGIO IPOGEO

Unica nel suo genere, l’area è costituita da una parte dell’antica necropoli punica di Sulky e raggruppa numerose tombe ipogee scavate nel tufo tra il VI ed il III secolo a. C., riutilizzate da famiglie molto povere dalla seconda metà del XVIII sec. come abitazioni. Furono numerosissime le famiglie che, dai primi anni del 1600 (quando l'isola, disabitata per alcuni secoli, fu ripopolata) fino agli inizi del 1970 vissero in questa zona, conosciuta con il nome di “Sa arruga de is gruttas” (la strada delle grotte). I gruttaius (abitanti delle grotte), questo l’appellativo che li distingueva dagli altri abitanti di Sant'Antioco, si occupavano della raccolta delle foglie di palma nana che, fatte essiccare, venivano poi abilmente intrecciate per confezionare scope, borse, cordami, crine per le imbottiture.

MUSEO ETNOGRAFICO

Il Museo etnografico di Sant’Antioco è ubicato lungo via Necropoli, distante pochi metri dal Villaggio Ipogeo.

La struttura, di recentemente realizzazione, faceva parte di un antico magazzino utilizzato per la vinificazione ed è composta da un’ampia sala e da un cortile porticato chiamato lolla. Al suo interno sono esposti attrezzi utilizzati sino agli anni ’50 per svolgere i vari mestieri praticati nell'isola di Sant'Antioco: gli utensili legati alla panificazione e gli attrezzi utilizzati per la coltivazione della vite, per ottenere il vino.L’esposizione si conclude con la parte dedicata alla raccolta e all'intreccio delle foglie di palma nana.

Di grande rilevanza infine il settore dedicato alla storia di un’importantissima scuola di tessitura attiva sino alla fine degli anni ’30, in cui si apprendeva l’arte della filatura e tessitura del Bisso, ricavato dalla secrezione della pinna nobilis, il più grosso bivalve del mediterraneo, conosciuto comunemente col nome naccara. Le espertissime mani delle filatrici con pettini e piccoli fusi ottenevano un filo di seta color oro utilizzato per confezionare manufatti oggi di inestimabile valore, in particolare ricami per abiti di personaggi illustri.  

TORRE CANAI

Nella parte meridionale dell’isola di Sant'Antioco in località Turri, sorge una torre di avvistamento che venne realizzata sotto il governo sabaudo, nel 1757.

Nel tratto di mare circostante erano solite ancorarsi le flottiglie turche, fino ai primi decenni dell’Ottocento. La Torre svolse un’importante opera di avvistamento e comunicazione di notizie ai reparti militari preposti alla difesa dell’isola dalle incursioni tunisine (le ultime nel 1812 e  nel  1815). In tempi recenti la torre è stata utilizzata come residenza turistica da un privato che, a tal fine, l’aveva rimaneggiata in modo discutibile.Nel 1994 è stata finalmente restituita alla fruizione collettiva dall'associazione Italia Nostra che, dopo averla ottenuta in concessione, ha effettuato un intervento di restauro.  Al suo interno è ora visitabile una mostra fotografica e cartografica sugli aspetti culturali e naturalistici dell’isola di Sant'Antioco con una sezione dedicata alle vicende storiche della Torre.Dalla Piazza d’Armi si può inoltre apprezzare un incomparabile panorama del golfo di Palmas.

CANTINA DEL SARDUS PATER

Sant'Antioco produce anche un ottimo vino. Le sue vigne sono di piccolissime dimensioni di cui l'imperatore è l'ormai famoso Carignano del Sulcis  Il Carignano è un vino eccezionale, generoso nel grado alcolico, che invecchia lentamente e dolcemente. L'Isola di Sant'Antioco costituisce un piccolo paradiso dell'enologia mediterranea. La Cantina Sardus Pater ha iniziato l’attività nel 1949. Nel corso degli anni la produzione dei vini si è affinata e ha puntato soprattutto alla valorizzazione del vitigno Carignano.La visita alla cantina è molto interessante e si conclude nella ricca enoteca nella quale si trova l’intera produzione del Sardus Pater (oltre al Carignano, il Vermentino bianco, i passiti e lo spumante) di cui è possibile la degustazione.

ESCURSIONI IN MARE

Dal porticciolo turistico sul lungomare partono ogni giorno le escursioni sui barconi della pesca-turismo oppure su un veliero che fa rotta verso Carloforte e le coste meridionali della Sardegna (una intera giornata in barca, con pranzo a bordo).